Il limite delle strategie stop loss è che sono una regola per uscire ma non per rientrare nell’investimento.
Il grafico seguente mostra un tipico profilo di rendimenti della strategia rispetto all’andamento del mercato azionario (o di qualsiasi altra attività rischiosa).
Lungo l’asse orizzontale sono indicati i rendimenti del mercato azionario, lungo quello verticale quelli della strategia.
I pallini verdi indicano le combinazioni di rendimento per ogni simulazione.
Quelli lungo la linea retta indicano tutti i casi in cui il mercato ha avuto un andamento tale da non toccare mai la soglia di stop loss, il portafoglio è sempre stato investito e l’investitore è rimasto esposto alla crescita del mercato.
Quelli lungo la nuvola di punti in basso a sinistra indicano tutti i casi in cui il valore del portafoglio ha toccato la soglia di stop loss, la posizione è stata azzerata, e il mercato ha terminato il percorso su un livello inferiore. Se così non fosse avremmo un prolungamento della linea retto che vediamo nel quadrante superiore destro del grafico.
I pallini in basso a sinistra mostrano tutti i casi in cui il mercato, dopo il ribasso che ha indotto l’esercizio della stop loss, è risalito facendo perdere l’opportunità di guadagno all’investitore.
Questo è il “costo” della strategia, che può essere moderato riducendo il livello di protezione e o la volatilità del portafoglio.
Diversi autori hanno analizzato il problema, e hanno constatato che le strategie stop loss presentano benefici sono il presenza di mercati mossi da trend, cioè che salgono o scendono in modo continuo per un certo periodo.
Tutti sono comunque d’accordo sulla necessità di affiancare alla strategia di vendita una strategia di acquisto. Rimanendo nell’ambito dei movimenti di mercato determinati dai trend (il cosiddetto fattore “momentum”) le regole di rientro sono normalmente definite in termini di medie mobili. Ad esempio, vendo se il portafoglio scende sotto un certo livello, ma ricompro solo se il valore dell’indice di mercato è al disopra si un certo valore, spesso definito come quello di una media mobile di valori passati.
In un recente paper[1] Joachim Klement analizza in modo sistematico il problema, simulando su un lungo periodo e su diverse asset class, l’efficacia di diverse strategie di uscita e di rientro, tutte comunque basate sul passaggio integrale da asset rischioso a liquidità e viceversa.
Klement propone di utilizzare un criterio speculare per vendite e riacquisti, basato su quattro parametri:
- Il rendimento del portafoglio negli ultimi 3 o 6 mesi;
- I livelli di “stop-loss” e “re-entry”, determinati come multipli della volatilità del portafoglio
Vengono così costruite quattro possibili strategie:
- Fast out – Fast in – Si vende se la perdita negli ultimi tre mesi supera la soglia di uscita e si ricompra se il guadagno negli ultimi tre mesi supera la soglia di entrata
- Fast out – Slow in – Si vende se la perdita negli ultimi tre mesi supera la soglia di uscita e si ricompra se il guadagno negli ultimi dodici mesi supera la soglia di entrata
- Slow out – Fast in – Si vende se la perdita negli ultimi dodici mesi supera la soglia di uscita e si ricompra se il guadagno negli ultimi tre mesi supera la soglia di entrata
- Slow out – Slow in – Si vende se la perdita negli ultimi dodici mesi supera la soglia di uscita e si ricompra se il guadagno negli ultimi dodici mesi supera la soglia di entrata
Klement simula il risultato di queste strategie su un periodo che termine nell’aprile 2013 e che inizia per alcuni mercati (azioni USA, Regno Unito e Svizzera, oro e merci) nel gennaio 1970, per altri (indice FTSE/NAREIT dei fondi immobiliari quotati americani) nel 1972 e per azionario Euro e mercati emergenti nel 1988.
Le simulazioni producono diversi risultati interessanti:
- Per tutte le asset class considerate le diverse strategie riducono la volatilità, e in particolare risultano efficaci per le azioni del Regno Unito e paesi emergenti e per i Reits americani.
- Le strategie “veloci” sono in genere meno efficienti delle strategie “lente”;
- Le strategie “lente” con una soglia di stop-loss compresa fra 0,5 e 1,5 volte la volatilità storica procurano i rendimenti più elevati;
- La strategia apparentemente migliore è quella che combina “uscite lente” (slow out) e “rientri veloci” (fast in) con soglie di uscita e di rientro pari rispettivamente a 0,5 e 0,25 volte la volatilità storica.
Va precisato, però, che quasi tutti i benefici di queste strategie si realizzano durante mercati in rialzo o ribasso “secolare”, intendendo con questa espressione un rialzo o un ribasso che si protrae per oltre cinque anni.
[1]Klement Joachim (2013) Assessing Stop – Loss and Re-entry Strategies,