E' la forma più semplice di strategia protettiva. La componente rischiosa del portafoglio viene venduta se il suo valore scende al disotto di un certo livello stabilito.
La strategia consiste nel darsi un livello di massimo di perdita (floor) accettabile e raggiunto quel livello vendere l’intera quantità dell’attività rischiosa e passare all’attività non rischiosa. Se la strategia viene riferita a un periodo predeterminato si può definire il floor come il valore attuale del patrimonio che si vuole assicurare a scadenza. Va osservato che poiché alla partenza si è investiti nel portafoglio rischioso si conosce il tasso d’interesse al quale scontare il floor, ma non si conosce il tasso al quale si riuscirà effettivamente a reinvestire se si dovrà effettuare lo stop, a meno di non associare la strategia a un impiego di derivati (o per comprare l’attività rischiosa o per fissare il tasso d’interesse).
La strategia è quella sintetizzata nel detto dei trader “taglia le perdite e fai correre i profitti” ed è adatta a chi ha un’idea forte ma vuole dare un limite preciso alle sue convinzioni.
Sarebbe utilissima anche a tutti gli investitori privati, ma l’evidenza insegna che questi tendono a comportarsi in modo opposto, cioè a tagliare i profitti e a far correre le perdite, generando uno dei fenomeni più studiati dalla finanza comportamentale.
Contrariamente ad altre strategie (CM, MM, CPPI) che hanno in se sia la regola per vendere che quella per comprare, la strategia SL da solo un segnale di vendita e perciò ha senso se associata come regola prudenziale a un’altra strategia di investimento che utilizzi altri segnali, tecnici o fondamentali.
Dalle simulazioni emerge il caratteristico “piede” della strategia, prodotto da tutti quei casi in cui si è effettuata la vendita di stop, registrando perciò una perdita, e il mercato è poi ripartito al rialzo. La strategia SL è infatti una “regola per vendere” ma non per comprare.
E’ interessante osservare che man mano che si riduce il peso delle azioni sul patrimonio iniziale il profilo di pagamenti della strategia assume sempre più una forma lineare e uguale a quello di un portafoglio bilanciato equivalente.
Può forse stupire ma, nonostante la sua semplicità, la strategia stop-loss a parità di investimento azionario iniziale, risulta migliore sia di una strategia buy-and-hold, sia di una strategia CPPI (lo stesso risultato si trova in Benninga (1990)).
Analizzando i dati sul mercato americano nel periodo 1950-2004 Kaminski e Lo (2007) osservano che la strategia stop-loss che usi i titoli di Stato a lungo termine come alternativa alle azioni "aggiunge da 50 a 100 punti base al mese di rendimento nei periodi di stop-out".
L’utente può imputare:
Il numero di periodi per anno, pari a 252, non è modificabile, perciò il processo dei rendimenti e la frequenza di rivalutazione del portafoglio sono giornalieri.
L’utente può imputare: